Tutti si identificano in ciò che scrive Vasco. I suoi testi sono uno spaccato della vita di ognuno di noi - Fabrizio Antonelli
Senza offesa per nessuno, ma le cosiddette Tribute Bands (in un certo senso evoluzione delle Cover Bands) non sono tutte uguali. Ci sono quelle che diventano quasi subito delle Clone Bands, con tanto di parrucche, vestiti, movenze e battute studiate a tavolino, e quelle dove si vede lontano un chilometro che chi sta sul palco ci sta solo perché dopo aver smontato poi può passare a incassare. Poi guardi negli occhi Fabrizio Antonelli degli Asilo Republic, Vasco Tribute da tempo immemorabile, una vera e propria istituzione a Roma e non solo, e vedi quella luce che ti fa capire cos'è che fa la differenza nei loro concerti: la passione vera, tangibile, sincera, per un artista e per la sua musica. La voglia di diventare parte di un qualcosa di più grande rispetto all'essere semplici fan: trasmettere quella passione anche agli altri, fargli provare le stesse emozioni che provi tu quando prendi la chitarra a casa e strimpelli una canzone... già, ma in fondo... cosa vuoi che sia una canzone?
Diciassette anni di Asilo Republic... ti ricordi ancora il vostro primo concerto?
Certo che me lo ricordo!! E posso essere anche molto preciso: 16 ottobre 2000. Era un venerdì e suonammo al Proibizionismo, un bellissimo locale che si trovava vicino a Ciampino e che purtroppo non esiste più.
E poi?
Dal 2000 ad oggi sono cambiati diversi musicisti nel gruppo, ma posso dirti che ora si è raggiunto un affiatamento, una complicità senza precedenti: basta guardarci sul palco per capire cosa dobbiamo fare e non fare. Se posso vorrei ricordare anche gli altri bambini dell'Asilo. La formazione attuale, oltre al sottoscritto è composta dal nostro cantante Francesco Corso, uno che non imita la voce di Vasco, non si presenta sul palco con il cappellino e le classiche bandane cercando di emularlo anche nelle movenze. Ma nonostante questo sul palco è un animale che riesce a coinvolgere con la sua voce ogni persona presente ai nostri concerti. Poi Fabrizio “Izio”La Rosa (basso), uno della vecchia guardia della band, validissimo supporto con il suo suono caldo e preciso alle scorribande di Alessandro “NO” Beccati (batteria): una sicurezza, un metronomo, una potenza sulle pelli. Tutti e due fanno da ritmica ai sinuosi tappeti sonori di Fabrizio “Dido” Di Domenico (pianoforte, tastiere e sequenze). Poi c'è Alessandro “Che Dici” Cristiano (chitarra): è un grande e io ho imparato e continuo a imparare tante cosa da lui. Spesso non è facile andare d'accordo quando in un gruppo ci sono due chitarristi, ma con lui questi problemi non ci sono. Ci siamo divisi tranquillamente le parti: io penso a quelle di Maurizio Solieri e lui a quelle di Stef Burns.
Come mai avete scelto proprio Asilo Republic come nome del gruppo?
Ogni tribute band di solito sceglie il nome di una canzone o di un album dell'artista che intende omaggiare. Per noi è stato abbastanza scontato scegliere il titolo di un brano contenuto nell'album COLPA D'ALFREDO del 1980.
La musica di Vasco Rossi: qual'è secondo te la chiave del suo enorme successo?
Semplice: tutti si identificano in ciò che scrive Vasco. I suoi testi sono uno spaccato della vita di ognuno di noi. Riesce a trasmettere forti emozioni.
Nel corso della vostra carriera avete suonato praticamente con tutti i grandi scudieri di Vasco: Solieri, Rocchetti, Golinelli, Tedeschi, Andrea Braido, Clara Moroni... raccontaci qualche aneddoto o qualche storia sulla vostra collaborazione con questi personaggi...
Ce ne sarebbero talmente tanti... negli anni 80 andavo a vedere al Palaeur i concerti del Blasco e li consideravo come delle icone irraggiungibili. Ora invece ci suono insieme. Ognuno di loro è un pezzo di storia di Vasco e con loro sul palco e fuori dal palco è un vero spasso. Braido ad esempio durante la cena ci fa ammazzare dalle risate con le sue imitazioni (ma non vi dirò mai di chi). Rocchetti ogni volta ci cambia venti volte la scaletta, anche un minuto prima di salire sul palco. Golinelli è il rock fatta persona, il Keith Richards italiano. Solieri... su di lui sono troppo di parte: posso dire di essergli amico e per me è un onore. La nostra amicizia ormai è quasi trentennale: ci sentiamo e ci vediamo anche al di fuori delle serate e non nascondo che ogni volta che imbraccia la sua Frankie mi emoziona tantissimo. E poi è un grande Gourmet.
Domanda difficile, lo so: i tuoi cinque brani preferiti di Vasco...
Una domanda da un milione di dollari! Provo a rispondere, anche se per me è praticamente impossibile sceglierne solo cinque...
1. ALBACHIARA: scelta scontata ma inevitabile. Sempre presente in tutti i suoi concerti... e sempre alla fine. La chiusura del cerchio, la summa del Blasco
2. GLI ANGELI: dedicata da Vasco a un suo caro amico e collaboratore scomparso. Anche se lui ha sempre detto che è un inno alla vita, a me ricorda tutte le persone care che non ci sono più
3. COLPA D'ALFREDO: Re La Sol. Tre accordi... tre semplici fottuti accordi... ma cavolo, che potenza, che impatto! C'è tutto in questo brano e ogni volta che la suono e parto con l'assolo... wow!!
4. GLI SPARI SOPRA: anche se si tratta di una cover per quanto riguarda la parte musicale, Vasco è riuscito a farla sua, a trasmettere una carica incredibile a chi l'ascolta. E' puro rock!
5. LO SHOW: musica scritta da Maurizio Solieri. Qui il Toro di Concordia si è superato: il riff iniziale è di un impatto incredibile e suonarlo è una goduria immensa. Per me ogni concerto che si rispetti dovrebbe iniziare sempre con questo brano
Avete intitolato l'evento del 22 settembre al Kill Joy “La notte del Blasco”: cosa avete in serbo di speciale per tutti coloro che vi verranno ad ascoltare?
Intanto spieghiamo perché "LA NOTTE DEL BLASCO" e non del Kom: non voglio essere polemico, ma preferisco il Vasco Rossi degli anni '80 e '90. Per questo ci sembrava doveroso creare uno spettacolo, un evento, che ripercorresse quegli anni attraverso i maggiori successi dell'epoca. La scelta dei brani non è stata semplice, abbiamo dovuto lasciare fuori molte canzoni... ma sarà comunque un concerto di due ore abbondanti. E poi vorrei segnalare la presenza di un elemento importante che già qualche volta è stato presente alle nostre serate ma che in questo concerto la farà da padrone: il sax!!! Negli anni '80 e '90 nei brani di Vasco era sempre presente. quindi era inevitabile inserirlo. E chi meglio di Mauro Gentile, con il quale condivido anche il palco con l'altro mio gruppo, i Camarilli Brilli. Però a noi Asilo Republic piace essere imprevedibili: quindi attenti che nella scaletta ci potrebbe essere anche qualche sorpresa. In chiusura vorrei ringraziare il Kill Joy che ci da l'opportunità di poter svolgere questo evento, grazie a Dante & soci... e non me ne vogliano gli altri... grazie di cuore a Davide!! E' bello tornare a casa...